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Wordcount: 1645
Fandom: DnD/Originale
Note: •prompt onda, piuma e scossa + usare lo stesso personaggio (Rosi) per Esploratori del Polyverso
• HP!Au della campagna Progetto Orfani, se un pg non è mio è di Chibi/Chiapslock o Picavasnormandy o Blackcreed o Ale.
• lo sviluppo della “guerra” è simile a quello in HP, a un certo punto I Miserabili cominciano a girovagare anche loro per il Regno Unito e similmente c’è un mega-combattimento finale.
1
Rosi si fece scappare un verso di sorpresa quando l’acqua la colpì ancora una volta. Non sapeva chi aveva avuto la brillante idea che i nuovi studenti di Hogwarts dovessero arrivare al castello con delle barchette in mezzo al lago, ma se mai l’avesse scoperto gli avrebbe fatto fare una brutta fine.
– Wow, incredibile! È così grande!
...insieme a quel gigante entusiasta del suo compagno di barca. Si trattava di un ragazzino molto alto dai capelli bianchi, che si era presentato come Tank con un fervore ai limiti dell’accettabile (almeno, secondo i suoi standard).
Non è che avesse dei pregiudizi contro le persone vivaci ed estroverse, però diciamo che oltre un certo punto aveva delle difficoltà ad averci a che fare. Considerando che poi stava cominciando a bagnarsi un po’ troppo per i suoi gusti, tra le onde e Tank che si spostava da destra a sinistra alla ricerca della vista migliore del castello, riteneva che il suo autocontrollo nel non imprecargli contro fosse ammirabile.
A un certo punto, forse per il dondolio della barca forse per il vento che soffiava sul lago, il peggio accadde: le cadde il cappello dalla testa, dritto verso l’acqua. Sembrava quasi una scena al rallentatore di uno di quei film babbani, riusciva a sentire solo il battito frenetico del suo cuore in mezzo al panico che le scatenava l’idea di perdere un oggetto così importante per lei. Grazie al cielo, un’altra mano lo afferrò giusto in tempo.
– Fiuu, meno male! Chissà se lo avresti mai ritrovato fosse caduto in acqua!
Rosi sbatté le palpebre, perplessa da Tank che le porgeva il cappello con un sorriso, come se non fosse stata colpa sua che c’era stato quel rischio. Una volta ripresa, con un tocco di sdegno Rosi si riprese il suo copricapo e se lo rimise in fretta e furia mentre la barca attraccava per poi scendere e cominciare a camminare con passi pesanti, determinata ad allontanarsi il più possibile.
2
Rosi sbuffò, continuando a fissare con uno sguardo velenoso la piuma davanti a lei. Non riusciva a capire cosa stesse sbagliando e questo la innervosiva più di ogni altra cosa. Era una dannata Corvonero, certe cose dovrebbe essere in grado di afferrarle senza problemi, dannazione!
Persa nelle sue imprecazioni interne contro quella maledetta piuma che non si alzava nemmeno di un centimetro, quasi non si accorse che qualcuno si era seduto accanto a lei. Gettò uno sguardo, finendo poi con l’alzare un sopracciglio per la sorpresa: era la Grifondoro dai capelli rosa, come si chiamava, Alice? Amelia? Quando era entrata nella Sala Grande per lo smistamento aveva fatto girare parecchie teste: anche in un mondo di magia un taglio del genere non passava inosservato.
La ragazza si schiarì la gola, probabilmente cercando di attirare la sua attenzione. Rosi sospirò e si spinse contro lo schienale, raddrizzandosi, per poi guardare l’altra. Amelia cominciò a parlare in tono deciso:
– Ti vorrei proporre uno scambio.
Rosi alzò un sopracciglio.
– Uno scambio? Di che tipo?
Questa volta fu Amelia a sospirare leggermente.
– Da quanto ho capito, sei tra le migliori in pozioni del nostro anno e non ci sto capendo molto a dire il vero, e vorrei una mano. Io ti aiuto in incantesimi e tu in pozioni?
Rosi si fermò un attimo a pensarci. Da una parte l’orgoglio la spingeva a rifiutare, però dall’altra un aiuto le avrebbe fatto comodo. C’era poi da considerare che Amelia sembrava essere la più assennata dei Grifondoro del suo anno (niente affatto come Tank, ugh) e avere una conversazione intelligente ogni tanto era una prospettiva allettante. Allungò la mano verso di lei, pronta a sancire l’accordo. Amelia la strinse sorridendo, per poi lanciarsi nella spiegazione.
3
Rosi si guardò intorno, per poi sbuffare quando vide che tra gli scaffali dove si trovava non c’era nemmeno uno straccio di scala che le permettesse di raggiungere il libro che le serviva per il suo saggio. Era evidente che, come al solito, nessuno avesse calcolato che anche persone leggermente più piccole della norma (non tutti possono essere dei giganti, che diamine!) potevano aver bisogno di prendere un volume dagli scaffali alti. Rosi cercò ancora per qualche minuto, borbottando qualche parola contro il segregazionismo del sapere. A un certo punto si rassegnò a guardare male il tomo, non riuscendo a pensare ad un’alternativa.
– Bisogno di una mano?
Rosi spostò il suo sguardo, ritrovandosi un attimo sorpresa dall constatare chi che era stato a parlare.
– Non mi sarei aspettata di trovarti in biblioteca Kairen.
Il Tassorosso fece spallucce, spostandosi vicino allo scaffale del libro.
– Può valere la pena fingere di studiare se si scopre qualcosa di interessante.
Kairen prese il libro dallo scaffale, cominciandolo a sfogliare.
– Per caso ti serve questo volume?
Rosi cominciò a osservarlo torva, incrociando le braccia: il suo orgoglio le imponeva di non ammettere di aver bisogno di una mano, soprattutto da qualcuno così sconsiderato.
Kairen trattenne una risatina, lasciando invece un sorriso scanzonato apparire sulle sue labbra, come se avesse intuito quello che stava pensando l’altra. Senza dire niente, il Tassorosso appoggiò il libro su uno scaffale più basso e fece un gesto di saluto eccessivamente teatrale con la mano, prima di andare via.
Non appena non fu più in vista Rosi afferrò subito il volume, stringendolo forte al petto. Con uno sbuffo indispettito, se ne tornò al suo tavolo per studiare.
4
Rosi calò il suo coltello con forza. Tagliare le verdure per lo stufato l’aveva sempre fatta sentire meglio dopo, essendo un metodo collaudato nel corso degli anni per sfogare la sua rabbia. E in quel momento, di rabbia ne aveva davvero tanta.
Dire che andare una giornata a Diagon Alley per recuperare degli ingredienti rari e trovare Tank di tutte le persone che conosceva nella forgia con suo padre era stato uno shock era abbastanza riduttivo. Una parte di lei si sentiva tradita da Hoggart: l’estate era il loro tempo insieme, quando potevano stare insieme senza nessun altro che rompesse le scatole a imparare nuove tecniche e a creare nuove combinazioni tra macchinari e magia. Il pensiero che avesse permesso a un estraneo di interromperlo era a dir poco irritante, ma non poteva prendersela con lui. Era più semplice essere arrabbiati con Tank per la sua intrusione; sapeva che non sarebbe stato per tutta l’estate, ma in ogni caso la cosa non le procurava piacere.
Quando sentì qualcuno entrare in cucina, alzò lo sguardo per vedere chi era per poi assottigliarlo. Se non lo conoscesse meglio di così, avrebbe potuto definire “timido” l’atteggiamento con cui Tank si stava avvicinando al tavolo. Senza dire niente, il ragazzo afferrò un coltello e una carota, cominciando ad affettare silenziosamente.
I due continuarono così per un po’, senza proferire parola. La parte non arrabbiata di Rosi ne rimase colpita, conoscendo il Grifondoro non era un’impresa facile. Gettò una rapida occhiata verso di lui. Non poté fare a meno di pensare a tutto quello che stava succedendo nel mondo magico, a come il suo amico compagno di scuola stava cambiando, al suo discorso nella forgia su come voleva imparare a creare qualcosa che potesse proteggerli.
Con un sospiro abbassò il coltello, attirando l’attenzione di Tank.
– Grazie per l’aiuto per lo stufato.
La bocca del ragazzo si aprì per la sorpresa, prima di distendersi in un sorriso.
– Figurati! Desdemona dice sempre che sono il re dello stufato! Una volta…
Mentre continuava a parlare Rosi sospirava interiormente per l’esasperazione, ma una piccola parte di lei si sentiva più leggera.
5
Rosi si svegliò ansimando, le mani strette intorno a quello straccio che cercavano di illudersi fosse una coperta. Si era ormai abituata a dormire ovunque fosse (erano giorni difficili e già trovare un posto sicuro dove dormire non era facile, la comodità non era tra le loro priorità) ma ogni tanto l’ansia e la preoccupazione prendevano il sopravvento. Non aiutava poi quella neonata consapevolezza che la sua memoria era stata manipolata: il rimpianto di non essere in grado di ricordare il suo padre biologico era sempre stato un peso, ma sapere che era stata colpa di qualcun altro… Strinse con forza maggiore la coperta: non sapeva perché, ma ritrovare quel ricordo perduto aveva fatto ritornare i suoi incubi con una nuova e inaspettata violenza. Piegò le gambe in modo tale da poter stringere le ginocchia nascondendo il suo viso, cercando di far ritornare il suo respiro a un ritmo normale e sperando di non aver svegliato gli altri. Una speranza che si rivelò presto vana, visto che cominciò a sentire gli altri che si muovevano attorno a lei. Avvertì il tocco leggero di Amelia alla sua destra, la forza della schiena di Kairen contro la sua, la presenza sicura di Tank davanti a lei. Per qualche miracolo, forse per l’ora tarda forse perché avevano percepito che in quel momento le parole erano superflue, rimasero in silenzio. Rosi deglutì il groppo di commozione che le era sorto in gola, sentendosi confortata dal non essere da sola.
+1
Rosi appoggiò una mano e un ginocchio sul pavimento, tentando di recuperare fiato. Da quello che riusciva a vedere davanti a lei nemmeno gli altri erano messi bene, erano tutti a terra. Amelia stava stringendo al petto la sua viola con un braccio, l’altro piegato in una strana posizione, probabilmente rotto, mentre Kairen stava cercando di afferrare la sua spada. Tank era immobile, forse svenuto: la sua tendenza a stare davanti a tutti loro probabilmente aveva fatto in modo tale che avesse subito di più l’attacco.
Rosi digrignò i denti, vedendo il nemico avanzare verso di loro. Evocando tutte le forze che le rimanevano, si rialzò cominciando a preparare un incantesimo. Mentre l’elettricità del suo attacco cominciava ad attorniarla si spinse avanti urlando, decisa a difendere i suoi amici a qualunque costo.