[DnD] Choices in startling green
Jan. 24th, 2021 05:39 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
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Wordcount: 1117
Fandom: Dungeons and dragons / originale
Note: per esploratori del poliverso, genere AU, in questo caso HP!Au. Titolo offerto da chibi/chiapslock ( <3 ), i pg non miei sono suoi o di picavasnormandy. Non scrivevo così tanto da anni e lo adoro :D
Alice teneva la testa alta quando venne chiamato il suo nome, avanzando a passo sicuro verso il Cappello Parlante. Sapeva quello che voleva e non avrebbe lasciato farsi fermare da un semplice pezzo di stoffa incantata.
Il suddetto pezzo di stoffa rise, divertito dalla sua determinazione, prima di cominciare ad argomentare con la ragazzina. Dopotutto, un intelletto come il suo a Corvonero sarebbe potuto essere stimolato in modo adeguato, e indubbiamente la sua curiosità e inventiva non sarebbero state fuori luogo… Però, anche se la prospettiva era allettante, Alice non si faceva convincere; il cappello non poté che sospirare interiormente prima di gridare: “SERPEVERDE!”.
*
Alice sbuffò annoiata, mentre entrava nello studio del padre. Per fortuna era riuscita a scappare dal soggiorno dove i suoi genitori stavano prendendo il tè con gli ospiti. Tanti discorsi noiosi, tante cavolate e soprattutto tanta puzza sotto al naso: come se armeggiare con i meccanismi fosse qualcosa di infantile! Alice si divertiva molto di più così che a studiare la “magia pura” come faceva invece la sua famiglia.
Sbirciando tra i libri nella libreria, per la prima volta riconobbe qualcosa di strano. Forse fu il suo interesse per la meccanica o forse l’istinto della sua magia che stava cominciando a svilupparsi sempre di più che la portò a riconoscere il marchingegno. Con una mano tremante lo mise in moto, facendo poi un passo indietro per la sorpresa quando si aprì la porta.
Un brivido le passò lungo la schiena quando varcò senza esitazione la soglia della stanza segreta. Non sapeva cosa ci avrebbe trovato, ma c’era qualcosa dentro di lei che la spingeva a entrare, come se la sua magia stesse seguendo un richiamo che le sue orecchie non riuscivano a percepire. Nonostante le intenzioni di non fare rumore, le sfuggì un’esclamazione di sorpresa quando vide una piccola cella nell’angolo della stanza con qualcuno dentro. Un qualcuno che si voltò a guardarla con occhi spaventati, facendole stringere il cuore mentre si poneva una domanda angosciante: perché i suoi genitori tenevano un bambino della sua età imprigionato?
*
Altan sorrise, mentre Alice si sedette con una certa soddisfazione al tavolo. Lui e Rin avevano lasciato un posto per lei tra loro, sperando che fosse di buon augurio, era stato bello vedere le proprie speranze esaudite una volta tanto. Sotto al tavolo allungò una mano per stringere quella di Alice, cercando un contatto per trasmettere il sollievo di averla con loro. Lei sorrise, mettendo più forza nella sua presa e allungando a sua volta l’altra mano per stringere quella di Rin. Quella linea di contatto permise a loro di rilassarsi un attimo, beandosi del conforto che procurava.
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Altan continuò ad abbassare e alzare la spada, cercando di mettere forza senza tuttavia fare rumore. Sapeva che i McFalan si sarebbero potuti arrabbiare davvero a scoprire i suoi allenamenti notturni, ma non poteva farne a meno. Una piccola parte di lui era spaventata al pensiero della punizione che avrebbero potuto dare, ma un’altra, piena di rabbia, ribatteva che non avrebbe abbandonato qualcosa che faceva parte di lui e della sua cultura. Il giusto compromesso era stato di fare tutto in segreto: aveva osservato la routine della casa per giorni per trovare il luogo e il momento giusto in cui nessuno lo avrebbe visto.
Almeno, così pensava prima di vedere la figlia più piccola dei McFalan e qualcun altro uscire dalla finestra che dava sul cortile dove si stava allenando. Dallo sguardo sorpreso della ragazzina nemmeno lei si aspettava compagnia in quel cortile. L’altro bambino le si posizionò dietro, evidentemente spaventato. Vide Alice stringergli la mano prima di alzare lo sguardo colmo di determinazione verso di lui.
Altan l’aveva sempre ritenuta una ragazzina snob e pretenziosa come il resto della sua famiglia, ma in quel momento sembrava invece qualcuno che voleva proteggere qualcosa a tutti costi. Un istinto non meglio identificato lo portò a rinfoderare la spada e a chiedere spiegazioni. Dieci minuti dopo i tre si inoltrarono indisturbati nella notte.
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Rin si posizionò sul suo letto, aspettando che Altan uscisse dal bagno. Guardò un po’ i suoi compagni di casa, cercando di capire che tipi erano: meglio accertarsi il prima possibile che nessuno avrebbe dato problemi a lui, Altan o Alice. Gli sfuggì un piccolo sospiro al pensiero che la sua amica non poteva stare in stanza con loro: abituati com'erano a dormire tutti insieme, sarebbe stato strano non averla lì con loro. Lei li aveva rassicurati, dicendo che non sarebbe stato un problema e che avrebbero trovato un modo, che in ogni caso aveva qualcosa di pronto da tenere sotto mano in caso di problemi.
Lo sguardo di Rin si illuminò quando vide Altan entrare nella stanza, rivolgendogli un grosso sorriso, in cuor suo sollevato che almeno non sarebbe stato solo.
*
Rin non sapeva chi li aveva trovati, la sua vista bloccata da Altan e Alice che gli si erano messi davanti per proteggerlo e nasconderlo. Chiuse le sue mani tremanti in pugni, deciso a combattere con tutte le sue forze per non tornare indietro dai McFarlan.
– Beh, questa non me l’aspettavo proprio.
Sentì l’adulto davanti a loro sospirare prima di lasciarsi quasi cadere a terra, sedendosi a gambe incrociate. Dopo un po’, fece un gesto con la mano come per invitarli a sedersi anche loro.
– Non ho intenzione di farvi del male, sono qui per parlare, promesso. Se vi fa sentire più tranquilli, il ragazzino può tenere la sua spada. Come vedete sono disarmato.
Rin vide Altan e Alice scambiarsi uno sguardo veloce, prima di sedersi, sospettosi della persona davanti a loro anche se erano sicuramente sorpresi. Finalmente Rin poté vedere chi aveva davanti: era un uomo alto, dai capelli e dalla barba castani, un sorriso sulle labbra che mostrava una certa sicurezza.
L’uomo spiegò che si chiamava Kairen, che veniva da una scuola fatta apposta per chi, come loro, doveva imparare a usare la magia. Diceva che era un posto sicuro per tutti, che nessuno gli avrebbe fatto del male. A quel punto Alice lo interruppe con rabbia, dicendo che tutti erano bravi a parlare ma che non avevano garanzie che anche chi era “diverso” sarebbe stato accettato o protetto.
Sulle labbra di Kairen si srotolò un sorriso sornione quando improvvisamente cambiò faccia, diventando una creatura dalle grandi orecchie e dai capelli bianchi, dicendo che lo sapeva per esperienza.
*
Alice sorrise quando nella sala comune vide Rin e Altan arrivare dalla loro stanza. I tre cominciarono a scendere per la colazione, commentando le cose meravigliose che stavano vedendo e parlando delle loro prime impressioni. Il suono delle risate continuò a propagarsi nell’aria, segno che forse avevano davvero trovato un posto sicuro.