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Note: prompt m2 cowt-9 addormentarsi e sognare. Era anche per Oscurità ma non ero riuscita a finirla.
C’era una volta un Cavaliere alto, con gli occhi azzurri e l’armatura più bianca che si fosse mai vista, che decise di cercare il Re dell’Oscurità per ucciderlo. Aveva sentito molte storie sul suo conto è tutte concordavano su come fosse un essere spietato e feroce, crudele e ingiusto. Poiché il Cavaliere aborriva il male in tutte le sue forme, soprattutto quelle che depredavano gli innocenti, aveva deciso di dirigersi verso ovest, dove era situato il Regno dell’Oscurità.
Quando il Cavaliere s’addentrò nella foresta che separava il Regno dell’Oscurità dagli altri reami, aveva la mano sulla spada e la mascella rigida, pronto a reagire tempestivamente nel caso (molto probabile, a suo parere) fosse attaccato. Furono necessarie circa due ore e mezza di camminata tranquilla nel bosco perché allentasse la tensione sulle sue spalle e a rilassarsi un attimo. Con stupore doveva ammettere a sé stesso che, nonostante il regno in cui si trovava, la foresta gli sembrava molto più ospitale di tante altre in cui si era avventurato.
Quando il sole tramontò, il Cavaliere aveva già costruito il suo riparo per la notte ai bordi di una radura, dove aveva acceso un piccolo falò facendo attenzione a scegliere un pezzo senza erba o foglie secche. Mentre mangiava la sua cena, beandosi delle calore delle fiamme, il suo sguardo cadde verso il centro della radura, leggermente illuminato dai raggi della luna, dove c'era un piccolo gruppo di fiori argentei. Li continuò a osservare mentre scivolava nel sonno, cullato dal tepore del fuoco.
Quella notte il Cavaliere sognò di parlare con quei stessi fiori che si era addormentato guardando. I fiori gli raccontarono di quanto fossero giunti vicini a scomparire del tutto, devastati da una malattia che non avevano mai affrontato prima. Se non fosse stato per il Re, che si era personalmente interessato a quel piccolo gruppo di fiori, sarebbero scomparsi senza che il mondo si accorgesse di nulla.
Il Cavaliere si svegliò con il seme del dubbio; ciononostante, si rimise in viaggio. Nei giorni successivi incontrò molte creature nella foresta, diverse da quanto si aspettasse. Il Lupo aveva il permesso reale di andare ovunque nella foresta, senza essere intrappolato o cacciato, con il nobile incarico di intimidire persone di cattive intenzioni. La Strega aveva potuto adottare decine di bambini, abbandonati dai genitori nella foresta, grazie al supporto della Corte che li aiutava con cibo e vestiti. Questi e altri ancora gli avevano parlato di come potevano vivere in pace perché il Re si era prodigato per loro.
Quando il Cavaliere giunse finalmente davanti al Re, la corona poggiata sui suoi lunghi capelli dorati e un sorriso tagliente in volto, questi gli parlò:
– Ho sentito molte voci su di voi messer Cavaliere. Ce n'è una che dice che siete venuto qui per uccidermi.
Il Cavaliere si concesse un piccolo sospiro.
– Questo è vero, Sua Maestà. Al di fuori di questo regno, non ho sentito altro che parlare di quanto il Re dell'Oscurità fosse feroce e crudele. Però... da quando sono entrato nella foresta, ho visto con i miei occhi gli effetti delle vostre azioni. Siete amato non perché siete forte, ma perché vi prendete cura dei vostri sudditi.
Il sorriso del Re era diventato più piccolo, ma anche più morbido. I suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa quando il Cavaliere si inginocchiò davanti a lui.
– Se me lo permetterete Sire, sarei onorato di finalmente servire un signore che ha capito lo vero spirito del trono. Anche se non mi accetterete come vostro Cavaliere, sappiate che avete in ogni caso il mio rispetto e la mia spada, qualora ne abbiate bisogno.
Il Re gli fece cenno di alzarsi.
Da allora girarono nuove voci sul Re dell'Oscurità, di come avesse plagiato la mente di un puro Cavaliere che era diventato la sua guardia più fidata e il suo amico più intimo. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.