talpy: (Doctor- Tardis)
[personal profile] talpy
Title: I wanna know (can you show me)
Fandom: Gravity Falls
Rating: G
Beta: Blackreed
Wordcount: 706
Relationship: Mabel/Pacifica
Warning: spoiler!weirdmageddon, Pacifica pov
Prompt: Maribingo-42-"Every human being has a basic instinct: to help each other out. Yes, there are assholes who just don't care, but they're massively outnumbered by the people who do." (Mark Watney, The martian)
            Cow-t6: fic di almeno 200 parole con tema “applicazione”
Note: prima fic su Gravity Falls, che emozione ** il titolo viene da “Strangers like me” di Phil Collins


Pacifica non era buona, gentile e premurosa, ma era una vincente e aveva lavorato sodo per mantenere quello status, nella migliore tradizione della famiglia Northwest. I voti dovevano restare alti, l’abbigliamento impeccabile, le “amicizie” ben scelte. Era uno sforzo continuo, ma non aveva mai dubitato che fosse necessario. Dopotutto, la sua famiglia era la più ricca e la più potente della città, mentre la maggior parte degli altri abitanti erano un branco di poveracci senza successo. Se un’applicazione totale era quello che serviva per mantenere quella posizione di superiorità, beh, non sarebbe stato un problema.

Gravity Falls forse era strana di suo, tuttavia secondo Pacifica la cosa più bizzarra di quell’estate era stata Mabel, con l’apparecchio e i maglioni fatti a mano, ma con il sorriso sempre pronto sulle labbra, spontanea fino all’estremo. Cioè, continuava ad andare in giro con quel maiale e quello sfigato di suo fratello, sprecando ogni energia in qualcosa di stupido e non le importava. Per non parlare poi di quel discorso sul “condividere”. Non riusciva proprio a capire come mai si applicasse così tanto per gli altri.

Il problema di Mabel era evidentemente genetico. In quei giorni alla Mystery Shack non aveva fatto altro che assistere a tutti gli sforzi di Stan Pines per salvare più…persone? Entità senzienti? possibili. Sforzi che solo qualche mese prima avrebbe ritenuto completamente inutili, anche se erano quelli che l'avevano salvata in quell'inferno che era diventato Gravity Falls. Però, a pensarci bene, non era stato solo il vecchio ad applicarsi il più possibile, ma tutti i residenti attuali della Shack, da Candy e Grenda a Chutzpar il Minotauro. In ogni caso, a osservare e a paragonare le loro azioni alle sue, provava una sensazione strana in quella nuova, piccola parte di lei che aveva cominciato a mettere in discussione tutto quello che le aveva insegnato la sua famiglia, e sapeva che la colpa (il merito) era di Mabel.

"Allora, ti piace?"
Pacifica si sistemò meglio il maglione con il lama, alzando gli occhi e incrociando quelli sorridenti di Mabel. Non sapeva perché, ma per la prima volta si sentiva a disagio. Annuì in silenzio riabbassando lo sguardo, mentre cominciavano a tornarle alla mente tutte quelle volte in cui l’aveva presa in giro proprio per quel tipo di vestiti, sentendo un peso sullo stomaco.
“…Tutto bene Pacifica? Capisco che la situazione non è delle migliori e che magari il maglione non è il tipo di vestiti a cui sei abituata…”
“Non è il maglione il problema.” La interruppe l’altra rialzando gli occhi, fermandosi un momento per ben elaborare cosa volesse esprimere. “Il fatto è…è che voi Pines mi confondete le idee.”

Mabel inclinò la testa, perplessa, e Pacifica continuò a spiegare:
“Non capisco come mai tutti voi vi applichiate così tanto a essere gentili, dare una mano, risolvere i problemi degli altri anche quando sono persone…” come me “…non molto carine.”
Inaspettatamente, a Mabel scappò una risatina.
“Scusa se ho riso, ma noi non ci applichiamo per niente!”
Allo sguardo confuso di Pacifica, il suo sorriso si fece più dolce.
“Aiutare per noi non è uno sforzo, è un qualcosa di naturale, istintivo. Non capisco perché questo ti confonda.”
Mabel si fermò, le sopracciglia corrugate, pensando a una spiegazione alternativa, ma Pacifica aveva già capito quale era. Sospirando, disse:
“Probabilmente è difficile concepire l’aiutare gli altri come naturale, se la tua famiglia t’insegna da sempre ad essere un’egoista viziata.”

Lo sguardo era tornato verso il basso, fisso sulle mani che stringevano i bordi del maglione, ma risalì di scatto quando Mabel mise una mano su una delle sue. Il suo sorriso era piccolo, non sgargiante come al solito ma in qualche modo più luminoso, e Pacifica sentì qualcosa dentro di sé sciogliersi.
“Non ti preoccupare, sei già sulla buona strada! Ti prometto che non diventerai come i tuoi, e se comincerai ad andare in quella direzione, ti aiuterò io.”
Dette le ultime parole, Mabel arrossì all’improvviso, aggiungendo velocemente:
“Cioè, ti aiuteremo noi! Io e Dipper, e anche Grunkle Stan e Soos e Wendy e…”

A Pacifica scappò una risatina, staccando la mano dal maglione per stringere quella di Mabel. Credeva ancora che applicarsi fosse importante, ma forse… forse aveva trovato qualcosa per cui valesse la pena farlo.
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