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[personal profile] talpy

Titolo: The Temple
Rating: + 16
Genere: Fantasy
Avvisi: Contenuti Forti
Parole: 449 (fdp)
Disclaimer: Tutto ciò è mio
Note: Scritta per l'angst-fest con il promt "Originale fantasy, m/f, tempio con colonne rotte"
- Grazie a [livejournal.com profile] namidayume  e a [livejournal.com profile] malamela  per i loro pareri <3

Fuori dal villaggio, s'una collina solitaria, fin da quando c'era memoria si poteva osservare un vecchio tempio dalle colonne rotte; le vecchie nonne raccontavano ai nipotini durante le notti di pioggia, che la causa di tale rovina era un antico scontro tra spiriti e demoni, e che alcuni di loro erano ancora imprigionati lì.
Per questo, ammonivano roteando un dito raggrinzito, non bisognava mai andare lì se non si era pronti a rischiare la propria vita -o la propria anima.

Arren arrivò sulla cima della collina col fiato corto, la spada al fianco e lo sguardo tagliente che aveva assunto da quando gli avevano detto che Nayla era stata vista andare lì con un cesto.
Digrignando i denti cominciò lentamente a perlustrare le rovine, mentre malediva la balzana idea della moglie di andare a cerchare in quel luogo le sue stupide erbe, così risciando di fare qualche incontro poco raccomandabile.
Dopo qualche minuto un brivido lungo la schiena gli suggerì di sguainare la spada; camminò per qualche altro secondo, poi, allertato da un forte sibilio, si voltò parando il fendente di uno spadone.
Aprofittando della forza dell'urto saltò indietro, pronto a fronteggiare il nemico; spalancò gli occhi, constatando che era Nayla.
Dopo qualche secondo di osservazione però, capì che di sua moglie c'era solo il corpo: occhi felini, sorriso folle, un enorme spadone nero e la forza necessarioa per sostenerlo, senza dubbio era posseduta da un demone. Sputò a terra come scongiuro, per poi osservare l'avversaria stringendo con forza la spada, poi gridando s'avventò su di lei.
Lo scontro durò poco, a causa dello scarto tra la forza dei due: qualche scambio di colpi e il demone trapassò il petto di Arren; dopo che estrasse lo spadone, il guerriero cadde a terra in un lago di sangue.
Nei suoi ultimi attimi di coscienza credette di scorgere una lacrima sul viso di lei; lasciò questo mondo con un sorriso amaro, pensando che fosse ironico che Nayla o la sua assassina piangesse per lui.

Demona s'asciugò la lacrima, facendo sparire lo spadone; s'accovacciò, rivolgendo un lungo sguardo malinconico al corpo ormai senza vita del mortale.
Le dispiaceva averlo ucciso, ma non poteva sottrarsi alle condizioni del contratto: quella donna s'era inginocchiata piangente al centro del tempio, offrendo la sua vita e il proprio corpo implorando la morte del
mostro. Già, rifletté Demona, quell'Arren aveva compiuto crudeltà inimagginabili e gesti tanto efferati che lo si sarebbe potuto tranquillamente chiamare demone.
Passò una mano sul viso del giovane, rimpiangendo colui che avrebbe voluto come compagno di distruzione; dopo aver chiuso gli occhi si leccò gli schizzi di sangue sul viso, sentendo la forza di Arren fluire nelle sue fragili membra umane.
Li riaprì ridendo follemente, per poi correre via felice di conservare qualcosa di lui.



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